La truffe delle finestre
Negli ultimi anni, grazie agli incentivi previsti per lavori di efficientamento energetico, tutti vogliono vendere finestre, e purtroppo molti si improvvisano “serramentisti”.
È sufficiente digitare su Google le parole “truffa infissi” per trovare decine di pagine di denunce, testimonianze e persino un servizio delle “Iene”.
Anche nella nostra Regione la truffa dei serramenti è molto frequente, e non è quindi un caso che, quale avvocato, negli ultimi anni abbia avuto varie occasioni di occuparmene.
Le ipotesi più ricorrenti sono quelle delle “finestre fantasma”, ossia la tecnica del “prendi l’acconto e scappa”: il serramentista si presenta a casa vostra (spesso non può neppure permettersi un ufficio, né tantomeno uno showroom, dove ricevere i clienti), prende le misure, prepara un preventivo molto conveniente, ve lo fa sottoscrivere e vi convince a pagargli un congruo anticipo, anche per più della metà del valore del contratto, giustificandosi con la necessità di approvvigionarsi quanto prima dei materiali a prezzo favorevole.
Emette subito anche la regolare fattura, così vi sentite rassicurati.
Passano poi settimane, mesi, di continui rinvii, scuse e promesse, finché non vi resta che arrendervi all’evidenza e rivolgervi all’avvocato.
Il caso più recente è quello di MF srl di Udine, amministrata e gestita da Matteo Micoli, che – approfittando del “110%” – ha raccolto decine e decine di ordini, per poi svanire nel nulla; la società è “fallita” il 5 ottobre 2023, quindi i malcapitati non avranno né gli infissi, né il rimborso dell’anticipo.
Era già successo qualche anno fa ad una mia assistita di Tolmezzo, che aveva stipulato con una ditta del goriziano un contratto per l’acquisto e la posa in opera di serramenti, e versato un acconto di quasi € 7.000.
Dopo un anno di inutili solleciti, si è reso necessario ricorrere al Tribunale di Udine ed ottenere la dichiarazione di risoluzione del contratto, con conseguente condanna del serramentista alla restituzione dell’acconto ed al rimborso delle spese legali.
Per fortuna della malcapitata, il serramentista era comproprietario di un immobile, ed a seguito del pignoramento si è visto costretto a pagare tutto il dovuto.
In una situazione analoga si è trovato, recentemente, un amico, che ha versato ad un serramentista del gemonese l’acconto di € 2.000 per la sostituzione di due di finestre.
Ancora una volta promesse, ritardi e la notifica di una mia “diffida ad adempiere”, rimasta senza esito; tuttavia questa volta l’ “imprenditore” era straniero, senza alcun bene intestato, e per giunta già “noto” agli ufficiali giudiziari di Udine per altri precedenti simili: inutile quindi proseguire con azioni giudiziarie costose e senza prospettive di recupero dell’anticipo pagato, né tantomeno delle spese.
Ho suggerito di depositare una denuncia per truffa, ma l’interessato, persona anziana e timorosa di probabili vendette, ha preferito rinunciare, così rimettendoci tutto.
Queste “truffe”, con tutte le conseguenti arrabbiature, perdite di tempo e di denaro, restano comunque poca cosa rispetto a quanto può succedere se il (sedicente) serramentista non si “limita” a scomparire con l’acconto in tasca, ma provvede, invece, alla consegna ed al montaggio; peccato che, con il procedere dei lavori, si manifesta tutta la sua incapacità: scoprite così che ha sbagliato nel consigliarvi gli infissi, nel prendere le misure, nello studio della stratigrafia dei vetri, nell’installazione, ecc.
A quel punto vi trovate con un cantiere aperto, probabilmente in casa vostra o in ufficio, in cui ci sono vetrate che si crepano, pioggia che trafila all’interno, infissi sbilenchi, e tutto quanto altro di peggio possiate immaginare.
Fioccano le contestazioni, ma il serramentista non ha né la perizia né il denaro necessari a sanare i vizi e le difformità, e così i lavori si bloccano.
Non resta, a quel punto, che iniziare costosi procedimenti giudiziari per accertarne l’inadempimento, risolvere il contratto e ottenere la condanna al risarcimento dei danni, ma ciò significa prolungare il fermo del cantiere per molti mesi, con l’ulteriore rischio che, nel frattempo, il “serramentista” si spogli dei propri beni (se mai ne ha), con il che anche la sentenza più favorevole non potrà alla fine essere eseguita.
Proprio questo è, per sommi capi, quanto avvenuto nella sfortunata vicenda narrata nell’articolo del 2021 di Luana De Francisco.
In modo del tutto diverso è finito il più recente caso del quale mi sono occupato: a S. Giorgio di N. il mio cliente ha contestato al serramentista la “sfortunata” installazione della serratura magnetica nel portone d’ingresso; per fortuna la ditta era stata scelta accuratamente, seria e nota nella zona, e non poteva certo permettersi che la propria immagine commerciale ne uscisse rovinata: ha quindi provveduto a trovare una soluzione alternativa, risolvendo il problema d’accordo con il cliente e senza alcuna spesa aggiuntiva.
È estremamente importante, quindi, assicurarsi molto bene della serietà del serramentista cui vi affidate, e non solo dal punto di vista tecnico, ma anche finanziario: ricordate, i danni che può provocarvi sono davvero ingenti.
Diffidate, in particolare, delle “recensioni” positive che gli improvvisati serramentisti possono avere in rete: innanzitutto, potrebbero non essere reali ma, ad esempio, scritte da parenti o amici compiacenti.
Inoltre, c’è un altro aspetto meno evidente ma molto importante di cui tenere conto: le recensioni negative sono sempre a rischio di querela per diffamazione; quindi, spesso, chi ha subito disavventure come quelle sopra narrate preferisce tacere, per non rischiare di “passare dalla parte del torto”.
Le stesse sentenze di condanna, d’altra parte, possono essere pubblicate solo oscurando i nomi dei soggetti interessati, quindi paradossalmente la “privacy” in questi casi finisce per tutelare incapaci e truffatori “patentati”, a scapito delle loro vittime. truffe delle finestre truffe delle finestre